Luca Bassani: scorgere l’orizzonte prima degli altri

“Thinking outside the box”.

Lo leggiamo scritto in ogni manuale di strategia, lo sentiamo pronunciare ad ogni riunione, lo vediamo postato sui canali social di tutti i “guru” di marketing.

Ma tra il dire e il fare – mai come in questo caso – c’è di mezzo il mare.

Ecco la storia di Luca Bassani, fondatore di Wally, l’uomo che ha stravolto regole e canoni dello yachting classico.

Imprenditore, classe 1965, è la seconda generazione della famiglia che ha fondato “BTicino”, società famosa per aver applicato le regole di design agli interruttori di corrente, e venduta nel 1989 al gruppo Legrand per 2.300 miliardi di lire.

Rompere le regole è sempre stato un “vizio” di famiglia dunque, continuato da Luca costruendo con Wally gli yacht più evoluti e ammirati al mondo.

In un’intervista rilasciata di recente, Luca Bassani dichiara che

su un Wally non c’è nulla inventato da zero.

Pensare “outside the box” non vuol dire infatti necessariamente inventare qualcosa di nuovo, ma semplicemente applicare regole da una nuova prospettiva, rompendole.

Rompere le regole

L’ultimo secolo della nautica aveva di fatto prodotto imbarcazioni disegnate rispettando i principi di regata, invece di quelli dettati dall’acqua e dal vento.

Le barche da competizione cominciavano a essere disegnate con grandi volumi, mentre quelle da “crociera” risultavano ancora troppo strette e scomode.

L’intuizione di Bassani fu quella di cancellare ogni concetto – e preconcetto – del design navale per ripartire da zero: disegnare barche comode, eleganti, leggere e con materiali di altissima qualità.

Piano velico del soling semplicemente più grande e fiocco autovirante. Mancava un solo particolare per stampare nel cuore degli appassionati un nuovo concetto d’avanguardia: un albero che permettesse alle barche di raggiungere il perfetto compromesso tra comodità e prestazioni in gara.

Bisognava quindi trovare un architetto che non avesse paura di un mondo così conservatore e tradizionalista.

L’incontro decisivo è stato con Luca Brenta, che ebbe il coraggio di disegnare un albero in titanio con randa, non spostato troppo a poppa come nelle idee preliminari dei precedenti collaboratori, e fiocco autovirante.

La nascita di Wally

Nasce il primo Wallygator, probabilmente la barca più “nuova” mai creata prima.

Da quel momento, ogni azione di miglioramento del “prodotto” seguiva due grandi anime: la bellezza dei dettagli, l’attenzione per gli ospiti a bordo.

Vengono nascoste tutte le scotte, sia per dare risalto alla pulizia estetica sia per proteggere piccoli e grandi ospiti da eventuali infortuni.

I finestrini della tuga vengono ridotti a uno, molto essenziale, per

il buon gusto delle cose semplici.

Le vele in carbonio, per la prima volta su barche di linea, vengono adottate proprio su un Wally, migliorando l’esperienza non proprio positiva del Moro di Venezia nel 1992, proprio con le vele in titanio.

Un’altra tappa della regata verso l’eccellenza è stato lo stravolgimento degli spazi per donare un nuovo modo di vivere la vela.

Per quanto possano essere grandi le barche a vela, rimangono sempre più piccole se paragonate agli yacht a motore.

Chiunque vada a vela sa quanto ci sia bisogno – ogni tanto – di prendersi “una boccata d’aria” e di come – in modo naturale – gli ospiti si dividano in gruppetti più piccoli: ecco quindi che la “terrazza sul mare” di poppa, nonostante la sua grandezza, non basta più.

Viene aggiunto un nuovo pozzetto centrale, e uno a prua dove stare finalmente soli, anche in banchina.

Tutte queste idee hanno portato Tango, il quarto superyacht a vela della serie Wallycento, a ottenere la Menzione d’Onore al premio Compasso d’Oro ADI 2018.

L’esempio

Ecco perché la storia di Luca Bassani è un esempio.

Un esempio di come, per riportare il livello di lettura ad un linguaggio più aziendale, “abbiamo sempre fatto così” sia una frase da eliminare il più presto possibile dal nostro vocabolario.

A patto ovviamente di avere persone che sappiano non solo “pensare fuori dalla scatola”, ma scorgere l’orizzonte prima degli altri.