Intelligenza emotiva: applicazioni pratiche nella metodologia agile e nel design thinking

Cos’è l’intelligenza?

L’intelligenza è definita come la capacità di affrontare e risolvere con successo situazioni e problemi nuovi o sconosciuti.
Sono stati creati test per avere una misurazione matematica, il cosiddetto quoziente d’intelligenza che tanto successo ha avuto negli anni passati.

Tuttavia, questo tipo di misurazione è stato anche molto criticato perché limitato ad un solo tipo di intelligenza e Howard Gardner, psicologo dello sviluppo e professore all’Harvard Graduate School of Education di Harvard, ha sviluppato una nuova teoria sulle intelligenze multiple.

La teoria delle intelligenze multiple

Nel suo libro “Formae mentis. Saggio sulla pluralità dell’intelligenza” del 1987, Howard Gardner illustra come esistano diverse forme di intelligenza che rendono gli individui unici e diversi. I test sul quoziente intellettivo tanto in voga in quegli anni, ne consideravano praticamente una sola.

teoria intelligenze multiple howard gardner

Le intelligenze che delinea Gardner sono:

  • intelligenza linguistica (capacità di utilizzare un vocabolario chiaro ed efficace);
  • intelligenza logico-matematica (abilità che riguarda il ragionamento deduttivo, la schematizzazione e le catene logiche);
  • intelligenza musicale (abilità di comprendere e organizzare i suoni);
  • intelligenza spaziale (pensare con immagini visive e capacità di ricordare dettagli ambientali);
  • intelligenza corporeo-cinestetica (padronanza del corpo, capacità di coordinare i movimenti);
  • intelligenza interpersonale (abilità nel comprendere gli altri, i loro bisogni e paure. Aiuta ad avere successo nelle relazioni con gli altri);
  • intelligenza intrapersonale (conoscersi, riflettere sui propri sentimenti, umori e stati d’animo).

A queste 7, Gardner in seguito ne aggiungerà altre 2:

  • intelligenza naturalistica (saper classificare determinati elementi correlati con la natura, classificarli e identificare connessioni);
  • intelligenza esistenziale (riflettere consapevolmente sulle grandi questioni etiche ed esistenziali).

La teoria delle intelligenze multiple ha due importanti assunti:

  • tutti possiedono diverse intelligenze e la miscela di queste porta all’individualità delle persone;
  • ogni profilo di intelligenze è diverso, perché tutti hanno esperienze di vita diverse.

L’evoluzione della teoria

Nel 1990 Peter Salovey e John D. Mayer per la prima volta parlano di intelligenza emotiva e dell’impatto che ha sul comportamento e sulle relazioni.

È strettamente connessa all’intelligenza interpersonale ed intrapersonale descritte da Gardner ma grazie a Goleman che nel 1994 pubblica il famoso libro “Intelligenza emotiva, che cos’è e perché può renderci felici” attira l’attenzione di un grande pubblico e nelle organizzazioni americane diventa un elemento importante di valutazione per l’impatto che ha sui comportamenti e sulla performance. In Italia l’attenzione su questo aspetto nelle aziende si sviluppa solo nell’ultimo decennio.

L’ intelligenza emotiva è oggi un punto fondamentale per avere successo all’interno delle organizzazioni divenute sempre più complesse.

Confrontarsi, collaborare e cooperare nel team, ascoltare, tener conto dei tempi e necessità dei singoli per raggiungere obiettivi di gruppo è essenziale.

Alcune metodologie introdotte più recentemente hanno evidenziato ulteriormente l’importanza delle skills di intelligenza emotiva:

  • design thinking;
  • metodologia agile.

L’intelligenza emotiva nella metodologia agile

metodologia agile

La metodologia agile è stata inizialmente adottata in campo software, a partire da 2000.

Obiettivo è consegnare al cliente e, frequentemente, software di maggiore qualità ad un costo ridotto. Hanno cosi ideato un approccio focalizzato sull’obiettivo meno strutturato dei modelli tradizionali.

È tutto basato su loop interattivi. Il cuore del movimento sta nell’avere team con diverse competenze che lavorano insieme e si confrontano dall’inizio del progetto continuando a condividere ogni nuova informazione e affrontando le esigenze di ogni gruppo e le necessità di modificare e rivedere il tutto.

Prevede lo svolgimento di micro-task per agevolare il raggiungimento del risultato finale, solitamente composta da team auto-organizzati di poche persone, il cliente viene continuamente coinvolto nel processo di sviluppo.

Il modello usato è incrementale, si creano prototipi che vengono presentati al cliente, discussi e rielaborati continuamente fino alla finalizzazione.

Un fine tuning continuo che riduce il rischio di fallimento e aumenta il valore del prodotto finale.

Il fondamento della metodologia agile è la responsabilità in quanto i team auto-organizzati ribaltano lo stile classico, gerarchico piramidale.

Inoltre è fondamentale la qualità della comunicazione, face-to-face nel team e costante con il cliente.

Ascolto vero dei feedback, flessibilità, rispetto, collaborazione, umiltà, capacità di coinvolgere, di connettersi, motivazione ed ottimismo sono ingredienti fondamentali, tutti aspetti che vanno a comporre le competenze di intelligenza emotiva.

L’intelligenza emotiva nel design thinking

design thinking

Il design thinking nasce dall’idea che il business debba lavorare sempre con lo sguardo rivolto al futuro partendo dai bisogni delle persone.

Il focus dell’innovazione si è spostato dall’essere product-centric a customer-centric e dal marketing-centric a user experience focused.

Per molte aziende è diventato chiave per lo sviluppo di strategie efficaci e per trasformazioni organizzative.

Tim Brown, il CEO di IDEO, l’azienda che ha coniato il termine design thinking, dice:

Il design thinking può essere descritto come una disciplina che usa la sensibilità e i metodi dei designers per far incontrare i bisogni delle persone con ciò che è tecnologicamente realizzabile.

Pensare ed agire come un designer mette insieme cosa è desiderabile da un punto di vista umano con ciò che è realizzabile tecnologicamente ed economicamente. Permette inoltre alle persone che non sono formate come creativi di utilizzare tools creativi per affrontare diverse tipologie di sfide.

Design thinking è teso a migliorare il futuro ed a cercare di costruire nuove possibilità. Il problem solving è “mandare via qualcosa”, mentre creare è “portare qualcosa ad esistere” .

Varie le tipologie di Design Thinking sono:

  • creative problem solving;
  • sprint execution;
  • creative confidence;
  • innovation of meaning.

La filosofia del Design Thinking incoraggia comunque qualsiasi sia la tipologia a mantenere la mente aperta per considerare qualsiasi idea perché:

il miglior modo di avere una buona idea è quello di avere tante idee”
– Linus Pauling –

In tutte queste modalità sono comunque fondamentali più che mai caratteristiche legate all’intelligenza interpersonale, all’intelligenza emotiva: la flessibilità, la self-confidence, l’ottimismo che consente di continuare ad andare avanti con la fiducia che l’obiettivo verrà raggiunto, l’entusiasmo e la determinazione, l’ascolto e la comunicazione diretta.

Moura Quayle, autrice di Designed Leadership dice:

i grandi leaders hanno l’ambizione di guidare “by design”con un senso di scopo e visione sul futuro. Ma ancora pochi leader hanno acquisito i principi delle discipline del design. La lesson learned dal mondo del design applicato al management può trasformarli in leader visionari collaborativi, determinati, creativi e responsabili.

Il Design Thinking crea le condizioni affinché le persone crescano, si sviluppino esprimendo il loro massimo potenziale e tutti i tipi di business abbiano successo.

Conclusioni

Le varie forme di intelligenze definite da Gardner sono fondamentali oggi nelle organizzazioni ed a seconda del settore e della funzione ne servono alcune e non altre, ma l’intelligenza interpersonale e intrapersonale o, più semplicemente, l’intelligenza emotiva acquisirà un importanza sempre più grande al crescere del numero di organizzazioni che adottano nuovi modelli organizzativi come quelli di cui abbiamo parlato.