Teoria della fiducia di Stephen Covey: principi per il successo

Di tutti i numerosi modelli e teorie sulla fiducia, quello di Stephen Covey è per noi uno dei più interessanti e completi.

Ma perché si parla tanto di fiducia?

Uno fra i tanti buoni motivi, è quello sostenuto da Covey e cioè che al decrescere della fiducia scende la velocità e dunque salgono i costi mentre quando la fiducia sale, aumenta la velocità e quindi diminuiscono i costi.

Vale la pena  capire cosa è e come costruirla nelle aziende, ma anche nelle famiglie e in tutte le organizzazioni l’aumentare della fiducia migliora l’efficienza e… il benessere.

Teoria della fiducia di Covey

Stephen Covey
By Sterling.morris, Public domain, via Wikimedia Commons

Per Covey, la fiducia poggia su 2 macro aree:

  1. Carattere
  2. Competenze

e si propaga dall’interno verso l’esterno come un’onda, anzi identifica 5 onde specifiche collegate fra loro, le prime 2 sono collegate al carattere e le ultime 2 alla competenza:

  1. Prima Onda: alla base di tutte le altre, la fiducia in se stessi e quella che si ispira negli altri (riguarda la credibilità);
  2. Seconda Onda: la fiducia nelle relazioni (riguarda il comportamento coerente: esistono 13 comportamenti identificati come quelli usati dai leader di tutto il mondo che hanno ottenuto elevati livelli di fiducia);
  3. Terza Onda: la fiducia all’interno dell’azienda: capi, collaboratori e peers;
  4. Quarta Onda: la fiducia nel mercato (la reputazione che ispira la fiducia da parte degli stakeholders esterni);
  5. Quinta Onda: la fiducia sociale (creare fiducia nella società).

Vorremmo approfondire la prima di queste onde, che è fondamentale per costruire fiducia a tutti i livelli.

Quel che accade è infatti che senza fiducia in noi stessi, spesso non riusciamo a fidarci degli altri, inoltre, se non ci fidiamo di noi, non ispiriamo fiducia agli altri, non siamo credibili.

Tutto il processo di costruzione di fiducia dunque si blocca.

Ma cosa ci fa perdere la fiducia in noi stessi?

Non mantenere gli impegni che ci prendiamo con noi stessi e non ottenere i risultati.

La maggior parte di noi all’inizio dell’anno si prefigge degli obiettivi, fa buoni propositi, ma poi la percentuale di persone che mantiene gli impegni è ridicola, le ricerche parlano di meno del 10%. Questo ci fa perdere fiducia in noi ed energia.

Se invece manteniamo gli impegni presi, diamo seguito alle dichiarazioni fatte, acquisiamo fiducia e certezza che “noi possiamo farlo” e che “lo faremo”, emaniamo una forza diversa, percepibile dagli altri.

Inoltre, la fiducia che abbiamo in noi influenza la qualità dell’esecuzione. Sapere alimentare negli altri la fiducia che le persone hanno in loro stesse è quindi un fondamentale ingrediente della leadership.

Avere un capo che crede in noi e sa come far crescere la fiducia in noi è prezioso.

La   credibilità è il punto centrale della storia, credibili per noi stessi e per gli altri.

I 4 punti cardine della credibilità

Covey ha identificato 4 diversi “cardini “che ci permettono di esserlo:

  1. INTEGRITÀ:
    onestà, congruenza, fare ciò che si dice e…coraggio. Coraggio di comportarsi coerentemente ai propri valori e convinzioni anche quando diventa scomodo, anche quando comporta rischi e costi da pagare.
  2. INTENTO:
    la motivazione, la finalità. Più la nostra motivazione è fondata sul benessere reciproco, più la fiducia cresce. Quando invece sospettiamo che ci siano finalità nascoste o contrarie al nostro interesse, la fiducia latita.
  3. CAPACITÀ:
    il nostro talento, la conoscenza, l’esperienza, lo stile
  4. RISULTATI:
    i risultati tangibili, la nostra esecuzione, il portare a termine le cose

L’essere e il fare sono altrettanto importanti.

Possiamo dire che i primi due (integrità e intento), hanno a che fare con l’essere mentre gli altri due (capacità e risultati) sono legati al fare. Oppure che i primi due sono legati al carattere e gli ultimi due alle competenze.

Quando abbiamo a che fare con qualcuno che ha grandi capacità e una storia positiva di risultati alle spalle non è comunque detto che  avrà la nostra totale fiducia. Se pensiamo che non sia davvero interessata a noi, ai nostri risultati, non ci fideremo del tutto. Insomma, la mancanza di uno o più di questi cardini, ha un impatto sulla fiducia che potremo avere nella persona.

L’integrità per Covey

Integrità

Onestà

Certamente onestà, (dire la verità e lasciare l’impressione giusta) ma anche coerenza, coerenza con i propri valori, con le proprie convinzioni e coerenza fra ciò che viene detto e ciò che viene fatto.

Umiltà

Inoltre, umiltà. Le persone umili si concentrano più sul fare che sull’esaltare se stessi. Riconoscono i contributi altrui, esaltano le capacità degli altri, sanno che hanno bisogno degli altri e riconoscono il valore e l’operato di chi è venuto prima di loro e di chi collabora con loro.

Coraggio

L’ultimo ingrediente dell’integrità è il coraggio. Il coraggio di agire portando avanti ciò in cui si crede con le modalità che si ritengono corrette, anche quando è difficile, quando ci espone a critiche, a conseguenze, a rischi. Per trovare, per avere questo coraggio deve esserci chiarezza interna, e forte motivazione. Deve essere chiaro per cosa ci si sta prendendo rischi, si investe energia, tempo perché l’onda vada “inside-out” l’interno deve essere chiaro, conosciuto.

Fondamentale avere consapevolezza sui propri valori, le cose in cui si crede, perché siamo in quel ruolo e in quell’azienda, in che modo la visione dell’azienda incontra il nostro “why”. Solo se questi aspetti sono chiari è possibile avere quella forza interiore che permette di influenzare, guidare, avere fiducia in se stessi ed ispirarla negli altri.